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Sandro Pertini nel ricordo di Fulvio Cerofolini

Alessandro Giuseppe Antonio Pertini, detto Sandro 
(Stella, 25 settembre 1896 – Roma, 24 febbraio 1990),
è stato un politico, giornalista e partigiano italiano. Fu il settimo presidente della Repubblica Italiana dal 1978 al 1985, primo socialista e unico esponente del PSI a ricoprire la carica.

La storia italiana del 900 non può non riservare un posto di rilievo a Sandro Pertini. Certamente non è stato l’unico politico che, legittimamente, può essere considerato “grande”, però pochissimi come Lui si sono segnalati per le doti di passione politica, coerenza e, intraprendenza nei principi in cui ha creduto, lealtà e onestà nei comportamenti e, aggiungo, anche per acume politico a dispetto di coloro, avversari politici ma anche compagni di partito, che nel mentre ne lodavano le doti umane ne lamentavano la scarsa “idoneità” politica.

Il presidente della Repubblica Sandro Pertini con la sua inseparabile pipa
Il presidente della Repubblica Sandro Pertini con la sua inseparabile pipa

Ed invece Sandro Pertini si è rivelato e sempre comportato da vero politico.

Forte del suo ideale socialista, nemico dei compromessi deteriori, rifuggiva gli intrighi.

Con fierezza e coraggio, sempre a testa alta, ha affrontato tutte le sfide causate dalla sua scelta ideale e politica. Con tenacia e ardimento ha affrontato ancor giovane, nella sua Savona, le bastonate delle squadre fasciste, partecipa alla organizzazione della fuga di Filippo Turati in Corsica. Affronta con grande dignità il carcere, l’esilio in Francia, i lunghi anni al “confino”politico nelle isole, benché malato impedisce alla madre di chiedere la “grazia”. Subito dopo la caduta del fascismo riprende la sua posizione nel gruppo dirigente del P.S.I. e nelle file della Resistenza lo ritroviamo autorevole membro del C.L.N. Alta Italia (CLNAI) e il 25 aprile a Milano con i suoi partigiani in armi a festeggiare in Piazza Duomo la vittoriosa Liberazione.

Quanto ho premesso sul “percorso” umano e politico di Pertini, spiega a sufficienza perché Sandro Pertini divenne tanto popolare e amato dai cittadini. La gente comune (anche quella non della sua parte politica) avvertivano ed apprezzavano il suo limpido comportamento la sua sincerità, l’onestà e la moralità del suo vivace,sempre in ogni circostanza, nel buio e nell’isolamento del carcere come dall’alto delle prestigiose sedi istituzionali della Repubblica. È ben vero che era un oratore brillante e trascinatore ma ciò non basta a spiegare il grande affetto che lo circondava e la larga condivisione che riscuoteva, specie a seguito dell’alta prova che dette di sé come Presidente della Repubblica.

Si può dire che dalla Liberazione sino alla sua salita al Quirinale, la popolarità di Pertini era radicata, soprattutto, nell’area socialista, in quella legata alla memoria della Resistenza e, in genere, nella sinistra antifascista. Poi,Pertini Presidente della Repubblica, con i suoi “messaggi” di Capodanno, ma ancor più con i suoi concreti atti, specie nel periodo del terrorismo brigatista rosso e nero esprimendole la sua popolarità. È lecito ritenere che a questo abbia assai contribuito il rapporto con il ben diverso credito popolare fatto registrare da più d’uno dei Presidenti che l’avevano preceduto al Quirinale. Comunque,senza alcun dubbio, Pertini è quello che ha riconciliato (e fatto amare) la massima carica della Repubblica con il popolo: E temo che si possa dire che questo dato valga tutt’ora.

Pertini, uomo dal pensiero ampio, aperto al mondo, conosciuto ed apprezzato all’estero, non ha mai smesso di amare la sua città natale e Genova con tutta la Liguria. Non è un caso se dalle elezioni per la Costituente nel 1946 sino alla chiamata al Quirinale è sempre stato, votatissimo, capolista del P.S.I. nella circoscrizione elettorale ligure. Senza scordarci dei lunghi anni trascorsi come Direttore del quotidiano “IL LAVORO” allora proprietà del P.S.I. genovese.

Quanto ha perso la politica italiana con la scomparsa di Sandro Pertini? Per misurare il “quanto” a me (ma credo a molti) basta pensare a cosa farebbe oggi Sandro Pertini dovendosi misurare con l’attuale deriva politica ed istituzionale che caratterizza il nostro Paese. Si è già detto di Pertini grande oratore, appassionato e trascinatore, ma anche arguto e reattivo. Ad esempio, nel tempo che fu Presidente della Camera dei Deputati, negli anni delle contestazioni e del terrorismo, quale oratore ufficiale ad una grande manifestazione popolare a Padova, alcune frange di contestatori extraparlamentari fischiarono alcuni passi del suo discorso. A tal punto una parte della Piazza reagì e mostrò di voler passare allo scontro. Pertini subito di slancio : ” Fermi tutti! ” E con tutta la sua robusta voce: “Libero fischio in libera piazza!”.

Fu un grande successo.

On. Fulvio Cerofolin